La Marianità in suor Maria della Trinità
Padre Lino Cignelli ofm († 2010), Studium Biblicum Franciscanum. Estratto da Mistica e profetessa del XX secolo in Colloquio interiore pag. 24-27.
Marianità. Per le donne la cristicità passa per Maria, è marianità. Lo ha precisato bene una di loro, Chiara Lubich, con una frase scultorea: “Vivo Gesù vivendo Maria” (Meditazioni, Città Nuova ed. 1959, 14). Cresciuta orfana di madre terrena e, purtroppo, anche di Madre celeste (perché nata nel protestantesimo), Luisa incontra finalmente (nel 1930) la Madonna a Lourdes, benché il Signore l’avesse affidata “fin dalla nascita alla Vergine Maria” (n. 335), la donna più vera e la Madre delle madri (n. 27, 110, 224, 449; St. IV). Così ce ne parla lei stessa: “Ah, Lourdes… Vi trovai la Santa Vergine, sì, io come tanti altri. Da quell’istante Essa fa parte della mia vita, so che tutte le grazie ci vengono mediante la sua intercessione, – vorrei riparare per tanti anni in cui l’ho misconosciuta e per l’ingratitudine di tanti suoi figli che tuttavia partecipano dei benefici della sua materna protezione! A Lei domandai di ridonarmi la mia vocazione e di guarirmi a questo scopo, – e la conversione dei miei ad ogni costo… Tre volte potei immergermi nell’acqua miracolosa. Proprio prima di partire sentii che ero guarita” (p. 79). Incontro dunque provvidenziale, decisivo, benefico a tutti i livelli, quello con la Madonna a Lourdes. Luisa passa finalmente dal mondo di Eva al mondo di Maria, la donna ideale e reale insieme, la Vergine-sposa-madre immacolata e corredentrice. A Lourdes inizia, così, la vera liberazione e trasfigurazione mariana della sua femminilità che, poi, si perfezionerà a Gerusalemme accanto al Calvario e al Cenacolo (n. 65, 165, 341, 575s). Dopo l’incontro a Lourdes, la Madonna di Luisa è quella biblico-ecclesiale: quindi la Madonna vera, reale, interpellante e coinvolgente (n. 27, 317, 341; St. XIII). È la “Madre” comune del Maestro e dei discepoli (n. 55, 151, 237, 279; St. XII), il modello della Chiesa in genere e delle figlie in specie (n. 9, 154, 188, 210, 259, 272, 289, 311), “la Mediatrice di tutte le grazie” e “la Corredentrice del genere umano” (n. 39, 110, 114, 317, 473s; St. IV, XIII). Siamo davanti a una Mariologia d’avanguardia, specialmente se pensiamo alla provenienza acattolica di Suor Maria (n. 39). Citiamo a conferma l’unica locuzione mariana riferita dalla nostra mistica: “La mia Madre celeste mi ha detto: ‘La mia vita fu una successione di prove più incomprensibili delle tue. Tuttavia, ho sempre amato. Mai l’amore ha abbandonato il mio cuore. Sapevo che la salvezza delle anime si compra col Sangue del Figlio mio e con le nostre lacrime, sì, le lacrime del cuore…’ ” (n. 341). È un testo che evidenzia sia la piena cattolicità di Suor Maria che il suo misticismo e il suo coinvolgimento filiale nel mistero della Madre. Come altre figlie predilette e fedeli, essa ha condiviso tutto il cammino della Madonna, da Nazareth a Gerusalemme, specie il Mistero natalizio e il Mistero pasquale (n. 188, 317, 341, 473), fino alla piena identificazione (n. 151, 154, 224; St. XIII). E alla fine, anche lei, come la madre S. Chiara, era una immagine vivente di Maria, una “impronta della Madre di Dio” (FF 3153), una donna “piena di grazia” (n. 272).
Il contesto specifico della formazione cattolica e religiosa di Suor Maria fu certamente la scuola di Francesco e Chiara d’Assisi: lui “altro Cristo”, lei “altra Maria” per eccellenza, per cui clarianità = perfetta marianità (FF 3115, 3153).
La direzione e comunione spirituale col francescano padre Silvère Van den Broeck, sacerdote e amico fiduciario del Cristo sposo (n. 117, 247, 480), dovette contribuire non poco alla formazione cattolica e francescana della Suora. Nei suoi scritti la dimensione francescano-clariana emerge continuamente. Eccone alcuni aspetti essenziali: l’imitazione testuale di Cristo (n. 32, 176, 373, 523; St. XIs), il primato dell’amore (n. 20, 22, 44, 107), la povertà-minorità (n. 12, 35, 58, 310, 437; St. Xs), l’accento sul realismo dell’Incarnazione redentrice e perfettiva (n. 348, 396, 403, 523), la fraternità e solidarietà universale fondata in Cristo (n. 197, 248, 279, 647), la predica del buon esempio (n. 4, 405, 532, 592, 609), la perfetta letizia (n. 64, 195, 295, 648), il senso sacramentale ed eucaristico (n. 177, 214, 248, 288, 322, 440, 619), il senso ecumenico che anticipa il Concilio Vaticano II (n. 158, 235, 461, 605; cf. Unitatis Redintegratio 4-8), il senso dei Luoghi Santi (n. 65, 165, 575). Suor Maria è una “vera clarissa, votata all’amore e all’espiazione” (n. 151). Sulle orme trainanti della santa d’Assisi (FF 3082, 3146, 3252s), anch’essa è tre meraviglie di grazia: figlia prediletta di Dio e di Maria, sposa personale del Dio-Uomo, madre spirituale delle anime (n. 134, 317, 335, 341, 553, 576, 590). E non fa che tre cose: si lascia amare dal Cristo sposo; lo riama – vuole riamarlo – con tutta se stessa; lo aiuta a rigenerare questa povera umanità, sempre bisognosa di salvezza e di vita nuova (n. 10, 18, 20, 144, 278, 335, 381, 522, 650).