Santa Camilla Battista Varano
«Mi hai risuscitata in Te, vera vita
che dai la vita a ogni vivente»
(s. Camilla Battista Varano)
Vita della santa
Camilla nacque a Camerino il 9 aprile 1458. Suo padre, Giulio Cesare da Varano, fu duca di Camerino. Tipico signore rinascimentale aveva combattuto per vari papi e in diverse città italiane, e per mezzo di una politica di matrimoni si era imparentato con le principali dinastie regnanti.
Giulio Cesare si sposò con Giovanna Malatesta ed ebbe tre figli da lei, e almeno sei figli naturali da diverse altre donne.
Questi comportamenti nelle famiglie signorili erano ritenuti normali o comunque erano accettati senza scandalo. Camilla è figlia naturale della nobildonna Cecchina di mastro Giacomo, ma viene introdotta ed educata nello splendore della corte.
I palazzi signorili nel periodo rinascimentale erano centri di politica, ma anche di cultura e di mecenatismo. La giovane Camilla studia il latino, legge i classici, impara a dipingere, a suonare e a ballare. Cresce vivace ed esuberante, immersa nel pullulare della vita di corte. Ha un temperamento schietto e volitivo, si può anzi dire indipendente e testardo, amante del bello e del piacere.
Nei disegni di suo padre, Camilla è destinata a un matrimonio di nobile convenienza, come tutte le sue sorelle. Invece la sua vita assume una direzione imprevista.
Quando ha circa dieci anni il suo cammino riceve un orientamento particolare dal proposito di «versare almeno una lacrimuccia» ogni venerdì in memoria della passione del Signore, fino a condurla alla scelta definitiva, combattuta fino all’ultimo, di un sì alla chiamata nella vita religiosa, che inizialmente detesta.
Infatti, nel 1481, superate le difficoltà frapposte dal padre, paragonato al «faraone», entra nel monastero di S. Chiara d’Urbino, uno dei luoghi più rappresentativi del movimento dell’osservanza. La volontà di vivere la regola di S. Chiara in tutta la sua radicalità evangelica è elemento costitutivo della sua chiamata.
Il 4 gennaio 1484, fatta la sua professione religiosa con il nome di suor Battista, insieme ad altre otto Sorelle di Urbino fa ingresso nel nuovo monastero di Camerino, fatto costruire da suo padre.
Nel 1501 una tragedia si abbatte sulla sua famiglia. Ilpapa Alessandro VI Borgia scomunica Giulio Cesare da Varano, per ragioni finanziarie, privandolo di tutti i suoi diritti di feudo e di Signoria.
Cesare Borgia combatte contro Camerino per assoggettare il suo territorio al patrimonio della Chiesa. Giulio Cesare da Varano fu dapprima imprigionato e quindi fu fatto strangolare, nella fortezza della Pergola. Poi, a Cattolica furono uccisi crudelmente i tre fratelli di suor Battista.
Si era messo in salvo a Venezia solo il fratello minore Giovanni Maria. Anche per suor Battista scocca l’ora dell’esilio: la sua presenza in monastero metterebbe in pericolo la vita delle Sorelle. S’incammina così alla volta di Fermo. Ma i signori della cittadina temono le rappresaglie del Valentino e non la ricevono. Andando «come pellegrina e forestiera» si rifugia ad Atri.
Nel 1503 suor Battista torna a Camerino, dove la sua famiglia è quasi sterminata. Il fratello superstite, Giovanni Maria, viene reintegrato da papa Giulio II a capo dello Stato di Camerino.
Nel 1505 papa Giulio II la invia a fondare un monastero di clarisse a Fermo, e negli anni 1521-22 si reca a San Severino Marche, per formare le clarisse locali che avevano assunto in quel periodo la Regola di S. Chiara. Muore il 31 maggio 1524, durante un’epidemia di peste.