Suor Maria Lanceata Morelli di Montecastrilli
LA “PICCOLA SANTA” DI MONTECASTRILLI CHE ATTENDE DI DIVENTARE BEATA.
Era il 26 agosto del 1762 quando Suor Maria Lanceata di Montecastrilli, dell’Ordine delle Sorelle Povere di Santa Chiara, cessò la sua santa vita terrena, rendendo l’anima a Dio. Le cronache del tempo registrarono che il popolo accorso numeroso per venerarne il corpo, mestamente ne piangesse coralmente il trapasso ripetendo con tristezza e dignitosa insistenza “è morta la nostra Santa”.
Nel corpo di uno scricciolo -era alta poco più di cinque palmi e mezzo romani (molto meno di 140 centimetri)- aveva battuto un cuore grandissimo ed aveva albergato una fede incrollabile e un’incredibile energia, così come racconta la “Vita della serva di Dio suor Maria Lanceata Morelli”, di Fra Michele da Papigno (1784), libro scansionato e liberamente scaricabile.
Venne alla luce nella famiglia Morelli che viveva a Dunarobba, un piccolo castello nel Territorio di Montecastrilli della Diocesi di Todi, il 6 gennaio 1704 e fu battezzata nell’attigua parrocchiale con il nome di Maria Vittorina dallo zio parroco.
Dopo una brevissima infanzia dedicata quasi esclusivamente all’apprendimento della fede, allo studio delle Sacre Scritture ed all’acquisizione di un’istruzione elevata, il 21 giugno 1717 (a tredici anni e mezzo) entrò come educanda nel seicentesco Monastero di Santa Chiara di Montecastrilli, dopo un non breve periodo di “formazione” trascorso presso l’antico Monastero di Santa Caterina di San Gemini.
Successivamente, dopo aver compiuto quindici anni (il 16 gennaio 1719) indossò l’abito francescano di Santa Chiara ed il velo bianco della novizia; l’anno successivo (21 gennaio 1720) avvenne la vestizione solenne con l’emissione dei “voti di ubbidienza, povertà, castità e clausura perpetua” e l’assunzione del nuovo nome di “Suor Maria Lanceata”.
Quella di Suor Maria Lanceata è stata una vita intera dedicata intensamente alla fede, alla preghiera e a dare concrete risposte ai bisognosi ed agli infermi che bussavano al portone, o meglio alla “ruota”, del Monastero. Un suo scritto, contenente una serie di appunti e di riflessioni in merito alla sua preghiera intensa, venne pubblicato postumo, a Todi nel 1772, con il titolo di «Metodo perfettissimo di Orazione Mentale».
Per questo suo misticismo e per questa sua particolare fede fu oggetto di particolari verifiche ed accertamenti soprattutto da parte del famoso gesuita padre Gianmaria Crivelli, della sede di Perugia del Sant’Uffizio, che aveva avuto sotto osservazione anche altre due sante Mistiche umbre: Santa Veronica Giuliani (1660 – 1727) e Suor Chiara Isabella Fornari (1697 – 1744).
Oltre alla fede espressa a livelli elevatissimi, Suor Maria Lanceata svolgeva con grande bravura l’incarico di infermiera e di “speziale” del Monastero e, quindi, poteva grazie alle piante officinali coltivate nel proprio “hortus simplicium” – posto all’interno del più ampio “hortus conclusus” monastico – essere concretamente di aiuto per guarire con medicamenti ed interventi appropriati sia le consorelle che i bisognosi, in quanto all’epoca nella zona non erano disponibili strutture sanitarie.
Da più di due secoli, ormai, per i numerosi fedeli e devoti, Suor Maria Lanceata Morelli costituisce un punto di riferimento al quale potersi rivolgere con devozione per richiedere un aiuto, anche se, come è nella tradizione della gente umbra della zona, questa devozione avviene in modo estremamente discreto e quasi intimo.
È da ricordare che, a furor di popolo, dopo numerosissimi miracoli due anni dopo la morte (il 18 settembre 1764) alla presenza delle autorità ecclesiastiche il corpo della Venerabile Suora venne esumato dalla tomba comune del Monastero nella quale era stato sepolto; lo stesso venne trovato non corrotto dal tempo e dopo la prevista ricognizione venne richiuso in una teca di legno e collocato dietro l’altare maggiore della Chiesa di S. Chiara, dove ancora oggi continua ad ascoltare le preghiere dei devoti ed a vigilare amorevolmente sulla comunità.
Vista l’intensità della devozione popolare ed i miracoli accreditati alla Venerabile Serva di Dio Suor Maria Lanceata, nel 1784 venne redatto e pubblicato un volume dal titolo «Vita della Serva di Dio Suor Maria Lanceata Morelli di Santa Vittorina, monaca velata cappuccina del venerabile Monastero di Santa Chiara di Montecastrilli, morta in questi tempi in concetto di santità» ad opera del Frate Cappuccino F. Michele da Papigno.
L’antico Monastero di Santa Chiara di Montecastrilli (in provincia di Terni) ospita ancora oggi al suo interno un’importante comunità di monache clarisse di clausura che costituisce – in continuità con l’esperienza consolidata sin dal 1663 – un punto di riferimento spirituale e materiale per la popolazione; le suore in questi ultimi secoli della storia nazionale hanno superato non pochi momenti di vera difficoltà, che hanno visto anche l’esproprio stesso dell’edificio e la loro espulsione, soprattutto nella prima metà dell’800, all’epoca della Repubblica Romana.
La Chiesa di Santa Chiara, attigua all’omonimo Monastero delle Clarisse, è posta all’ingresso del centro storico del capoluogo di Montecastrilli, in prossimità del Torrione, e merita di essere visitata non solo per la significativa valenza spirituale, ma anche per quella bellezza artistica, semplice e francescana, del monumento seicentesco.
Il testo riportato in questa pagina è parzialmente tratto dal blog di un gruppo di amici e devoti impegnati per la beatificazione di Suor Maria Lanceata Morelli di Montecastrilli (Umbria).
[fonte: www.assisiofm.it]